[Internet-e-architetture-di-rete] la suite tcp/ip

Mauro Angiolillo m.angiolillo at comuneap.gov.it
Mon Apr 18 12:57:22 CEST 2016


Continuo con la seconda RFC in questione (chiedo perdono per la brevità della trattazione, ma le RFC sono
documenti così squisitamente completi e densi che riassumerli risulta particolarmente complicato, considerato
anche il fatto che nel testo ogni singolo termine è insostituibile e sapientemente soppesato al fine di evitare
qualsiasi forma di ambiguità).
Nel complesso il documento RFC 4193 definisce e descrive le modalita' operative di gestione degli indirizzi IPV6 denominati
Unique Local Unicast, utilizzati per le comunicazioni locali (all'interno di un singolo sito o in un insieme limitato
di siti).
Nel testo viene definita la struttura e le modalita' di calcolo delle componenti variabili di tali indirizzi (Global ID),
integrando con alcune stime sulle probabilità statistiche di collisione (probabilita' di generazione di due Global ID
identici).
Il documento descrive, inoltre, i comportamenti che i router dovranno tenere nei confronti dell'istradamento degli
indirizzi IPV6 Locali (filtering), e dettaglia quali siano i vantaggi (ed eventuali svantaggi) per una organizzazione
nell'implementazione di IPV6 attraverso gli indirizzi locali globali.
In generale la tematica trattata nella RFC4193 risulta essere molto simile alla sua controparte IPV4 della RFC 1918 con
alcune differenze, però, sostanziali; mentre per gli indirizzi privati IPV4 è materialmente impossibile il transito
sulla rete
Internet, a causa della non univocità degli stessi, nel caso degli ULA IPV6 vengono mantenute le proprietà di IPV6
permettendone
una (seppur esplicitamente sconsigliata) transitabilità sulla rete globale (ok, la probabilità di collisione è
teoricamente > 0).

Trovo che sia importante evidenziare, inoltre, come sia nel caso di IPV4 (rfc 1918) che IPV6 (rfc 4193) la possibilità di
implementare reti basate su tcp/ip perfettamente funzionanti e valide (utilizzando, appunto, indirizzamenti privati
senza la necessità
di disporre di una connessione ad Internet), fornisca un contesto fondamentale per lo sviluppo (e quindi il testing) di
software
di rete senza che questo debba essere modificato.

Mauro

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Dott. Ing. Mauro Angiolillo
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